Mese: Novembre 2024

Accesso alle fonti musicali russe (XVIII sec. – inizio XIX sec.)

L’attuale conoscenza della tradizione musicale russa dal XVIII secolo all’inizio del XIX, con particolare riferimento alla scena operistica, non è ancora stata interessata da uno studio sistematico, e ciò si deve a due fattori:

  • il tradizionale pregiudizio verso la musica prodotta in Russia prima della vita e attività di Michail I Glinka (1804 – 1857), che è stato poi sviluppato in epoca sovietica e tuttora domina la letteratura secondaria in lingua russa; 
  • la scarsa disponibilità di fonti e la loro dispersione sull’intero territorio russo e all’estero, che costituisce un problema per la ricostruzione dei fatti storici. 

Questo progetto ha lo scopo di fornire uno studio sistematico di alcune tra le maggiori testimonianze della cultura musicale dall’importazione dell’opera in Russia (anni Trenta del Settecento) alla produzione dei primi titoli di teatro musicale russo rispondenti alla volontà di creare un repertorio nazionale, avvenuta nel primo quarto del XIX secolo. 

Il progetto prevede la raccolta, elaborazione e messa a disposizione della comunità scientifica di una serie di fonti fondamentali, selezionate anche in base al loro stato di conservazione, in quanto sono soggette a forte rischio di dispersione definitiva. La raccolta di questi testimoni si appoggia su precedenti ricerche che hanno permesso di individuarle come essenziali per la ricostruzione completa delle pratiche musicali russe. 

Mentre procederemo all’elaborazione di un archivio digitale basato su un database relazionale e all’elaborazione del corrispondente interfaccia per l’utente, il progetto coltiverà 4 nuclei principali di ricerca: 

  1. edizione critica dell’opera Gorebogatyr’ Kosometovič (Lo sfortunato cavaliere Kosometovič) di Caterina II e Vicente Martín y Soler (1788-89): pubblicazione digitale del libretto (RU/IT) e della partitura musicale completa;
  2. studio e ricostruzione della ricezione musicale allestita dalle Corti europee al granduca Pavel Petrovič Romanov e alla sua moglie Marija Fëdorovna nel grand tour degli anni 1781-82: raccolta, cura ed edizione di documenti inediti;
  3. Pubblicazione del carteggio Hivart – Šeremetev in originale francese/russo con traduzione inglese;
  4. studio del “Fondo russo” conservato presso la Biblioteca del Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma: classificazione, digitalizzazione e selezione delle fonti per la pubblicazione. 

Referente: Anna Giust (dir.) (PA)

Membri interni:

  • Anna Stetsenko (assegnista)

Membri esterni:

  • Sofia Cappelletti (Bologna, Scuola di specializzazione in Beni musicali – tirocinante presso Dip. Lingue e letterature Straniere UniVR) (2) 
  • Roberto Giuliani, Luca Cianfoni, Francesca Candeli (Roma, Biblioteca del Conservatorio “Santa Cecilia”) 
  • Bella Brover-Lubovsky (Jerusalem Academy of Music and Dance) (3) 
  • John A. Rice (independent researcher) (3) 
  • Inna Naroditskaya (Northwestern University) (2) 

Azioni: WP 1.1, WP 1.3

Riferimenti bibliografici: 

Giust, Anna, Cercando l’opera russa. La formazione di una coscienza nazionale nel teatro musicale del Settecento, Amici della Scala-Feltrinelli, Milano 2014, pp. xxi-415, ISBN 9788858817582 
Giust, Anna, “Il grand tour del granduca Pavel Petrovič Romanov: andata e ritorno tra Russia ed Europa”, in Diciottesimo secolo, 2 (2017), pp. 143-63 
Giust, Anna, “International Networking in Russian Music Theatre around 1800: Sheremetev, Yusupov and Grand Duke Pavel Petrovich”, Nineteenth-Century Music Review, vol. 20/2 (2022), pp. 261-284 (DOI: https://doi.org/10.1017/S1479409822000131) 
Seaman, Gerald R., «Folk-song in Russian Opera in the 18th Century», Slavonic and East European Review, 41: 96 (1962), pp. 144-57 
Link, Dorothea, Waisman Leonardo J. eds., Los siete mundos de Martín y Soler, Actas del congreso internacional, Valencia, 14-18 noviembre 2006, Valencia, Institut Valencia de la musica, Generalitat valenciana, 2010 
Elizarova, Natal’ja N., Teatry Sheremetevych, Moskva, Izdanie Ostankinskogo dvorca-muzeja, 1944 

Indicizzazione di giornali femminili francesi dell’Ottocento

Il progetto intende proseguire l’indicizzazione, già iniziata nel quinquennio precedente e finalizzata alla creazione di una Banca dati, di un importante giornale femminile francese dell’Ottocento, La Gazette des femmes. Journal poétique, littéraire, artistique, judiciaire et religieux… [1841-1847], conservata alla Bibliothèque nationale de France di Parigi, e mai digitalizzata. Il periodico, di ambito moderato ma con significative aperture nel corso degli anni, è molto interessante, anche in rapporto a riviste contemporanee o posteriori, per quanto riguarda questioni come l’identità e l’alterità, il ruolo e la produzione letteraria e artistica femminili, in un periodo che dai primi movimenti “femministi” degli anni ‘30 conduce alla vigilia della Rivoluzione del 1848. A ciò si affiancano approfondimenti storici e giuridici, quando non religiosi, politici ed economici, e analisi di problematiche sociali quali tra l’altro le condizioni di lavoro nei vari settori, la schiavitù, prima della sua abolizione nel 1848, la povertà o le questioni sanitarie. Tutte tematiche che testimoniano anche dell’engagement femminile in favore dell’inclusione e del miglioramento delle condizioni delle minoranze, a diversi livelli, anche attraverso articoli di attualità. Questi ultimi contribuiscono inoltre al ricco  panorama culturale offerto dalla rivista, a livello interdisciplinare, riguardante la vita letteraria, artistica, musicale, coreutica e teatrale contemporanea. Sarà possibile anche verificare l’evoluzione dell’immagine della donna attraverso alcune rubriche di costume, senza trascurare l’avanzare della modernità per quanto riguarda, in qualche caso, la moda o la pubblicità.  

La Banca dati, sostenibile attraverso le piattaforme dipartimentali già esistenti, consentirà un’interrogazione per data, titoli, argomenti, autori degli articoli, e quindi un’accessibilità generalizzata a temi e dati di altrimenti difficile reperimento. Un’introduzione scientifica, con la presentazione della rivista, sullo sfondo dei più recenti studi critici sulla stampa periodica francese, femminile e non, dell’Ottocento, permetterà inoltre di contestualizzare i risultati emersi da questa ricerca sottolineandone gli aspetti più significativi.

Referente: Laura Maria Colombo

Azioni di riferimentoWP 1.1*, WP 1.3

Bibliografia:  

Adler, Laure, Les premières journalistes, 1830-1850, Paris, Payot, 1979 
Planté, Christine –Thérenty, Marie-Ève (dir.), Masculin/Féminin dans la presse du XIXe siècle, Lyon, Presses Universitaires de Lyon, 2022 
Reid, Martine (dir.), Femmes et littérature. Une histoire culturelle, Paris, Gallimard, 2020, t. II. 
Thérenty, Marie-Ève, Femmes de presse, femmes de lettres, Paris, CNRS Éditions, 2019

 

*Eventuali collegamenti con gruppi di ricerca sul femminismo europei ed americani, e la banca dati potrà anche fornire un eventuale futuro contributo alle iniziative, nell’ambito delle Digital Humanities, della Bibliothèque nationale de France sulla stampa femminile, cfr. https://www.bnf.fr/fr/mediatheque/un-journalisme-au-feminin-enjeux-historiques-du-numerique

Le iscrizioni in Trisde 51, come caso di studio di Sequential Writing (SequentialTrisde 51)

Nella codicologia tedesca, dall’inizio del XIII sec., appare una nuova tipologia libraria, dove i testi narrativi vengono illustrati e le illustrazioni corredate da iscrizioni, concepite come riassunto dell’azione, battute dei personaggi o commenti della voce narrante (per lo più in stretta relazione col testo poetico principale).  Pietra miliare di questa forma libraria emergente è la cosiddetta Berliner Eneit (Berlin, mgf 282), dove le singole parti che costituiscono il codice furono concepite e realizzate contestualmente. Simile strutturazione codicologica si riscontra nel più antico testimone completo del Tristan di Gottfried von Straßburg (München, Bayerische Staatsbibliothek, Cgm 51), dove però sia le illustrazioni sia le iscrizioni furono realizzate in momenti successivi, nel corso di almeno due secoli (fino al principio del XV sec.), e con il concorso di più agenti (almeno due botteghe di illustratori e un numero imprecisato di mani per le iscrizioni). L’apparato di iscrizioni, in particolare, rappresenta un esempio notevole di scrittura collaborativa sequenziale: più agenti contribuiscono infatti a una sorta di glossa intermodale in progress al testo poetico. 

Date le incertezze sul luogo di origine del manoscritto e sulle fasi iniziali della sua storia, la catalogazione paleografica delle mani che intervengono nelle iscrizioni rappresenterebbe un notevole risultato filologico. Il Cgm 51 è già stato studiato nell’ambito del sotto-progetto TRISDE 51, del PE 2018-2022 del DiLLS: le illustrazioni e le iscrizioni sono state analizzate e annotate, sviluppando un nuovo modello di codifica XML/TEI per lo studio del rapporto testo/immagini. Tuttavia, l’analisi paleografica delle mani attive nelle iscrizioni è ancora da completare. Il progetto qui presentato intende realizzare un’edizione diplomatica delle iscrizioni che segua i principi FAIR e, con l’aiuto degli strumenti sviluppati nell’ambito della paleografia digitale e della Handwritten Text Recognition, tentare almeno un’attribuzione dei gruppi di iscrizioni paleograficamente omogenee a usi e province scrittorie dell’area tedesca nei secoli implicati e, dove possibile, tentare una distinzione analitica delle mani attive nelle illustrazioni. 

Il progetto sarà introdotto da una ricognizione degli strumenti allo stato disponibili nella paleografia digitale e nel riconoscimento automatico delle scritture. I risultati saranno di grande rilievo per la filologia gottfriediana, per lo studio del libro manoscritto illustrato e per la storia della ricezione e del pubblico attivo in un simile oggetto codicologico intermodale. 

Referente: Maria Adele Cipolla (PO) 

Membri interni:

  • Stefano Bazzaco
  • Anna Cappellotto

Azioni: WP 1.3

Bibliografia:

Baisch, M., „Das Skriptorium des Cgm 51“, in Schubert, M., Schreiborte des deutschen Mittelalters: Skriptorien, Werke, Mäzene, Berlin-Boston: de Gruyter, 2013, 669-90.  
Ciula, Arianna, “Digital palaeography: What is digital about it?”, Digital Scholarship in the Humanities, 32/2 (2017), 89-105 
Graphoskop
Nichols, Stephen (ed.). 1990. «Introduction: Philology in a Manuscript Culture», Speculum, 65, 1, 1-10.  
PSL Scripta

Diversità, inclusività e accessibilità delle edizioni scientifiche digitali

Diversità, Inclusività e Accessibilità nelle Edizioni Scientifiche Digitali (DIA-DSE) cerca di rispondere ad alcuni degli obiettivi previsti da agende e piani strategici di rilevanza globale che puntano sull’idea che una società della conoscenza come quella in cui viviamo debba sviluppare un modello aperto di scienza. Il nostro progetto indagherà un campo di studio tradizionale della filologia, ovvero le edizioni, nel loro più recente sviluppo: le edizioni digitali scientifiche (DSE). Oggi che il numero di risorse è diventato consistente, l’ambito delle DSE come rappresentazione critica di documenti o testi storici che seguono un paradigma digitale solleva le seguenti domande: i progetti DSE tengono conto di Diversità, Inclusività e Accessibilità (= DIA)? Se sì, quanto e come? Per dare una risposta, costruiremo un corpus di risorse esistenti e cercheremo di valutare il loro grado di DIA. Per valutare l’accessibilità delle edizioni, verranno individuati strumenti specifici per condurre test valutativi. Le linee guida fornite dal W3C – Web Accessibility Initiative, verranno utilizzate come parametri di base per testare la progettazione di interfacce digitali per l’uso da parte di persone con disabilità (in)visibili, e verranno prese in considerazione le nuove linee guida per l’applicazione dei principi FAIR nelle edizioni (Gengnagel et al. 2022). La diversità come “funzione della dissomiglianza, che nel regno umano e sociale può manifestarsi in molte forme e dimensioni diverse” (EADH – Statement for Diversity and Inclusivity) e l’inclusività, cioè “l’attenzione a rappresentare e includere persone/gruppi che altrimenti sarebbero emarginati” (Martinez et al. 2019) verranno valutate esaminando altri tipi di criteri: i DSE rappresentano soggettività, lingue, contenuti e culture emarginate? Mettono in discussione e ricostruiscono un nuovo canone nel medium digitale o tendono a riprodurre l’esistente? Dopo questa prima raccolta e analisi di dati, verrà definita una classifica di risorse diversificate, inclusive e accessibili. Questi primi risultati saranno seguiti da un sondaggio che verrà diffuso tra la comunità scientifica e gli utenti, con l’obiettivo di aprire la discussione, sensibilizzare e raccogliere suggerimenti per la creazione di linee guida DIA-DSA, che verranno pubblicate alla fine del progetto. Accanto a ciò, si sensibilizzerà la comunità scientifica alla creazione di risorse accessibili, inclusive e diversificate, fornendo alla fine del PdE un esempio/prototipo di risorsa DIA-DSA che possa fungere da modello virtuoso. Verranno inoltre organizzate una serie di iniziative scientifiche come seminari e workshop sulla costruzione di DSE accessibili, inclusive e diverse 

Referente: Adele Cipolla 

Membri interni:

  • Stefano Bazzaco
  • Anna Bognolo
  • Anna Cappellotto
  • Stefano Neri

Membri esterni:

  • Raffaele Cioffi (Università di Torino) 

Azioni: WP 1.3, WP 1.4

Bibliografia:

Gengnagel (et al.) (2022). Criteria for reviewing the application of FAIR principles in digital scholarly editions. Version 1.1https://ride.i-d-e.de/fair-criteria-editions/
Martinez (et. al.) (2019). “Refining our conceptions of ‘access’ in digital scholarly editing: Reflections on a qualitative survey on inclusive design and dissemination”, Variants 14, 41-74. https://doi.org/10.4000/variants.1070
Making the Web Accessible. Strategies, standards, and supporting resources to help you make the Web more accessible to people with disabilities https://www.w3.org/WAI/ 
van Mierlo (2022). “The Scholarly Edition as Digital Experience”, Textual Cultures 15, 1, Special Issue: Provocations Toward Creative-Critical Editing (Spring 2022), 117-125, https://www.jstor.org/stable/48687518

Teoderico da Verona: percorsi letterari per un turismo inclusivo

Teoderico il Grande (454-526) re degli Ostrogoti è un personaggio storico che nella memoria culturale diventò Teoderico da Verona (Dietrich von Bern), uno dei complessi epico-eroici più significativi delle tradizioni letterarie germaniche (Haymes 2020; Wisniewski 1986). Il toponimo veronese si deve al legame del re con la città, dove da più parti si possono rintracciare i segni della presenza storica e leggendaria degli Ostrogoti. 

Questo progetto mira alla creazione di un corpus ragionato di testimonianze letterarie sulla leggenda di Teoderico (Heinzle 1999; Lienert 2008) muovendo dal contesto locale e a metterne in luce le modalità di evoluzione e di sedimentazione nelle tradizioni letterarie germaniche.  

La figura di Teoderico si diffonde nella cultura europea latina e volgare in modo ambivalente, talvolta attraverso l’immagine positiva di un eroe valoroso, altre in quella negativa di un re stolto ed eretico. Oltralpe, il suo successo è testimoniato da svariati testi, ad esempio nella Saga norvegese di Teoderico da Verona o nel ‘ciclo teodericiano’, una serie di opere in alto-tedesco medio a carattere storico e favoloso intorno alle imprese del re goto.  

Nell’ambito di questo progetto la Filologia Germanica intende connettere i suoi studi al territorio, anche dal momento che i risultati del lavoro verranno presentati non solo attraverso i canali scientifici tradizionali, ma anche al grande pubblico locale e internazionale grazie ai media digitali. Per il 2026, anno di eventi e celebrazioni per i 1500 anni dalla morte di re Teoderico, si prevede la realizzazione di un’applicazione digitale con un itinerario tematico interattivo nei luoghi di Teoderico a Verona. La risorsa sarà multilingue e multimediale e verrà prestata la massima attenzione al suo grado di accessibilità. Il progetto, di concerto con enti e istituzioni locali, vuole anche contribuire allo sviluppo di un turismo inclusivo e sostenibile, che valorizza una parte meno nota del patrimonio culturale veronese ricollegandola alle tradizioni letterarie germaniche.  

Referente: Anna Cappellotto (PA) 

 Membri interni:

  • Maria Adele Cipolla (PO)

Azioni: WP 1.3

Bibliografia:

Haymes, Edward R., & Susann T. Samples. Heroic Legends of the North: An Introduction to the Nibelung and Dietrich Cycles. London and New York: Routledge, 2020. 
Heinzle, Joachim. Einführung in die mittelhochdeutsche Dietrichepik. De-Gruyter-Studienbuch. Berlin: De Gruyter, 1999. 
Lienert, Elisabeth. Dietrich-Testimonien des 6. bis 16. Jahrhunderts. Tübingen: De Gruyter, 2008. 
Wisniewski, Roswitha. Mittelalterliche Dietrichdichtung. Stuttgart: Metzler, 1986.

Pratiche di diffusione e divulgazione della/nella letteratura cinese

Il progetto si propone di esaminare le pratiche testuali che in diacronia e in epoca contemporanea hanno interessato la trasmissione, la diffusione e l’accessibilità della/nella letteratura cinese, con particolare attenzione alla letteratura antica e premoderna, in nuovi contesti di ricezione, in prospettiva intra-culturale e interculturale.  

La ricerca si articola lungo tre assi principali. Il primo è incentrato sullo spazio intra-culturale cinese, e analizza le forme di mediazione, i generi e le categorie testuali, gli ambienti e gli agenti che in diversi periodi storici hanno promosso la divulgazione e la popolarizzazione della conoscenza e delle opere letterarie antiche e premoderne, favorendone l’accesso e la comprensibilità per i lettori. Particolare attenzione sarà prestata alle forme di annotazione, commentario, prosificazione e di traduzione in registri linguistici semplificati o vernacolari, e alle pratiche di riscrittura e adattamento intra- ed intersemiotico.  

Il secondo asse esamina i processi e i meccanismi che a partire dal Novecento hanno caratterizzato la diffusione e la ricezione della letteratura cinese, in particolare la letteratura antica e premoderna (fino al 1911), nel panorama editoriale e culturale italiano, nel quale la tradizione letteraria cinese occupa ancor oggi una posizione molto marginale. In questo filone del progetto, particolare attenzione sarà rivolta a riflessioni e studi in ambito di storiografia ed ermeneutica letteraria, e di teoria e pratica della traduzione – comprendendo sia la traduzione diretta dal cinese sia la traduzione indiretta derivata da lingue intermedie. 

Il terzo asse prosegue la ricerca nel filone della traduzione indiretta indagando i processi e gli agenti che hanno favorito la trasmissione di opere letterarie occidentali nel sistema letterario cinese, con particolare attenzione alla prima metà del XX secolo.  

Referente: Barbara Bisetto

Membri esterni:

  • Daniele Beltrame (strutturato esterno, Università per Stranieri di Perugia, Dipartimento Lingua, letteratura e arti italiane nel mondo) 

Azioni: WP1.1; WP 1.3 

Bibliografia:

Assis Rosa Alexandra, Hanna Pięta, Rita Bueno Maria (eds. 2017). Indirect Translation: Theoretical, Methodological and Terminological Issues. Special Issue of Translation Studies.
Gu Ming Dong (2014). Translating China for Western Readers. Reflective, Critical, and Practical Essays. Albany: SUNY Press.
Gu Yongxin (2014). 经学文献的衍生和通俗化以近古时代的传刻为中心(Derivation and Popularization of Confucian Classics Document. Centred around Circulation and Block Printing in Late Antiquity. 2 Voll. Beijing: Beijing daxue chubanshe.
Neves Josélia (2022). “Translation and accessibility. The translation of everyday things”. In Federico Zanettin, Christopher Rundle (eds). The Routledge Handbook of Translation and Methodology. London: Routledge, pp. 441-456.
Sun Yifeng, Li Dechao (eds) (2023). Transcultural Poetics. Chinese Literature in English Translation. London: Routledge.