Nella codicologia tedesca, dall’inizio del XIII sec., appare una nuova tipologia libraria, dove i testi narrativi vengono illustrati e le illustrazioni corredate da iscrizioni, concepite come riassunto dell’azione, battute dei personaggi o commenti della voce narrante (per lo più in stretta relazione col testo poetico principale). Pietra miliare di questa forma libraria emergente è la cosiddetta Berliner Eneit (Berlin, mgf 282), dove le singole parti che costituiscono il codice furono concepite e realizzate contestualmente. Simile strutturazione codicologica si riscontra nel più antico testimone completo del Tristan di Gottfried von Straßburg (München, Bayerische Staatsbibliothek, Cgm 51), dove però sia le illustrazioni sia le iscrizioni furono realizzate in momenti successivi, nel corso di almeno due secoli (fino al principio del XV sec.), e con il concorso di più agenti (almeno due botteghe di illustratori e un numero imprecisato di mani per le iscrizioni). L’apparato di iscrizioni, in particolare, rappresenta un esempio notevole di scrittura collaborativa sequenziale: più agenti contribuiscono infatti a una sorta di glossa intermodale in progress al testo poetico.
Date le incertezze sul luogo di origine del manoscritto e sulle fasi iniziali della sua storia, la catalogazione paleografica delle mani che intervengono nelle iscrizioni rappresenterebbe un notevole risultato filologico. Il Cgm 51 è già stato studiato nell’ambito del sotto-progetto TRISDE 51, del PE 2018-2022 del DiLLS: le illustrazioni e le iscrizioni sono state analizzate e annotate, sviluppando un nuovo modello di codifica XML/TEI per lo studio del rapporto testo/immagini. Tuttavia, l’analisi paleografica delle mani attive nelle iscrizioni è ancora da completare. Il progetto qui presentato intende realizzare un’edizione diplomatica delle iscrizioni che segua i principi FAIR e, con l’aiuto degli strumenti sviluppati nell’ambito della paleografia digitale e della Handwritten Text Recognition, tentare almeno un’attribuzione dei gruppi di iscrizioni paleograficamente omogenee a usi e province scrittorie dell’area tedesca nei secoli implicati e, dove possibile, tentare una distinzione analitica delle mani attive nelle illustrazioni.
Il progetto sarà introdotto da una ricognizione degli strumenti allo stato disponibili nella paleografia digitale e nel riconoscimento automatico delle scritture. I risultati saranno di grande rilievo per la filologia gottfriediana, per lo studio del libro manoscritto illustrato e per la storia della ricezione e del pubblico attivo in un simile oggetto codicologico intermodale.
Referente: Maria Adele Cipolla (PO)
Membri interni:
- Stefano Bazzaco
- Anna Cappellotto
Azioni: WP 1.3
Bibliografia:
Baisch, M., „Das Skriptorium des Cgm 51“, in Schubert, M., Schreiborte des deutschen Mittelalters: Skriptorien, Werke, Mäzene, Berlin-Boston: de Gruyter, 2013, 669-90.
Ciula, Arianna, “Digital palaeography: What is digital about it?”, Digital Scholarship in the Humanities, 32/2 (2017), 89-105
Graphoskop
Nichols, Stephen (ed.). 1990. «Introduction: Philology in a Manuscript Culture», Speculum, 65, 1, 1-10.
PSL Scripta